iPhone 17 Pro e la magia del RAW: quando lo smartphone diventa (quasi) una reflex

Scopri perché la modalità RAW dell’iPhone 17 Pro cambia le regole del gioco nella fotografia mobile. Dalla qualità d’immagine alla postproduzione, ecco come uno smartphone può davvero avvicinarsi a una reflex.

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Alessandro Astolfi

11/10/20254 min read

Smartphone with three cameras on yellow surface
Smartphone with three cameras on yellow surface

iPhone 17 Pro: il RAW che fa impallidire le reflex

Ogni anno Apple ci promette una “rivoluzione” nella fotocamera. E ogni anno, più o meno, pensiamo: sì, ma ormai le foto sono tutte uguali.
Poi è arrivato l’iPhone 17 Pro, e qualcosa, stavolta, è davvero cambiato.

La fotocamera del nuovo top di gamma di Cupertino non è solo una questione di megapixel (che ormai non impressionano più nessuno): è la qualità del sensore, la gestione della luce, e soprattutto l’introduzione della modalità RAW evoluta a fare la differenza.
Perché sì, ora lo smartphone scatta come una macchina professionale. O quasi.

RAW: tre lettere che cambiano tutto

Partiamo dalle basi.
Il formato RAW (che in inglese significa “grezzo”) è, in pratica, il negativo digitale di una foto.

Quando scatti una foto in JPEG, il telefono elabora l’immagine al volo: regola luci, colori, contrasto, nitidezza, e ti restituisce un file compresso, pronto da condividere su Instagram.
Comodo, sì, ma è un po’ come ricevere un piatto già cucinato: buono, ma non puoi più cambiare gli ingredienti.

Con il RAW, invece, ottieni tutti i dati “puri” catturati dal sensore, senza compressione né correzioni. È come avere gli ingredienti crudi della tua foto: puoi cucinarli come vuoi in postproduzione, correggere errori, bilanciare esposizione e toni… persino recuperare dettagli che credevi persi.

iPhone 17 Pro e la nuova era del ProRAW+

Apple aveva già introdotto il formato ProRAW qualche generazione fa, ma con l’iPhone 17 Pro ha portato il concetto a un nuovo livello: ProRAW+.

Questo formato combina il meglio dei due mondi:

  • La flessibilità del RAW, con tutti i dati grezzi del sensore.

  • La gestione intelligente del Deep Fusion e Smart HDR, cioè gli algoritmi di Apple che ottimizzano automaticamente la resa della foto.

In pratica, puoi avere un file RAW che non fa impazzire il tuo Lightroom e che sfrutta l’intelligenza artificiale del chip A19 Pro per bilanciare luci e ombre già in fase di scatto.

Il risultato?
Un’immagine che mantiene una gamma dinamica impressionante, con dettagli finissimi anche nelle zone più buie o troppo luminose.
E soprattutto, una base perfetta per lavorare in postproduzione senza dover partire da zero.

Perché il RAW cambia la postproduzione

Il vero vantaggio del RAW, e ora del ProRAW+, si sente quando inizi a modificare le foto.

Con un JPEG, se provi a schiarire un’ombra profonda, ottieni rumore e colori spenti.
Con un RAW, invece, puoi recuperare anche 2-3 stop di esposizione senza perdere qualità.

È come se avessi una seconda chance per ogni foto:

  • Troppa luce? Recuperi le alte luci.

  • Scena troppo buia? Recuperi le ombre.

  • Colori spenti? Bilanci il bianco con precisione chirurgica.

In sostanza, hai il pieno controllo creativo.
E questa è la differenza tra una bella foto e una foto tua.

Il sensore conta (e Apple lo sa)

Tutta questa magia non sarebbe possibile senza un sensore all’altezza.
L’iPhone 17 Pro monta un nuovo sensore da 1/1.2", con pixel più grandi e un’apertura f/1.4 che lascia entrare più luce che mai.

Tradotto:

  • Le foto notturne sembrano scattate con una mirrorless.

  • Il rumore digitale si riduce drasticamente.

  • I dettagli restano puliti anche quando tagli l’immagine o fai zoom.

E poi c’è la nuova ottica periscopica del teleobiettivo: fino a 6x di zoom ottico reale.
Non più un “digitale travestito”, ma una lente vera.
Insomma, lo smartphone non è più solo “buono per i social”: è uno strumento serio per chi fa fotografia mobile in modo consapevole.

RAW non significa per forza difficile

C’è però un equivoco da sfatare: scattare in RAW non è solo per professionisti.
Con l’app Fotocamera dell’iPhone 17 Pro, puoi passare al formato ProRAW+ con un tap.
E se non vuoi aprire Lightroom o Capture One, puoi modificare tutto direttamente da Foto, con strumenti nativi che sfruttano l’intelligenza del chip per evitare errori grossolani.

Insomma, il RAW non è più un linguaggio per pochi.
Apple ha reso accessibile qualcosa che, fino a ieri, era riservato a chi aveva speso migliaia di euro in attrezzatura e corsi di fotografia.

Quando scattare in RAW e quando no

Naturalmente, non tutto dev’essere RAW.
Ogni file pesa parecchio (fino a 80 MB per scatto) e non ha senso riempire la memoria del telefono con foto del pranzo.

Usa il RAW quando:

  • Vuoi massima qualità e margine di editing (paesaggi, ritratti, notturne).

  • Hai tempo per la postproduzione.

  • Ti interessa stampare la foto o usarla in un progetto professionale.

Evitalo quando:

  • Ti serve una foto rapida da condividere subito.

  • Scatti scene “usa e getta” (eventi, note visive, ecc).

Come sempre, la regola d’oro è: RAW quando serve, JPEG quando basta.

La rivoluzione è nella tasca

L’iPhone 17 Pro non sostituisce una reflex, ma ci si avvicina più di quanto chiunque avrebbe pensato possibile.
La vera rivoluzione non è tanto nella potenza del sensore, ma nel controllo che ti dà sulle tue immagini.

Per la prima volta, un fotografo, anche amatoriale, può avere in tasca un flusso completo: scatto, editing RAW, esportazione professionale. Tutto, nel tuo ecosistema preferito.
E questo, nel mondo della fotografia mobile, è un salto epocale.

In fondo, non è la fotocamera a fare la foto: è chi la usa.
Ma se quella fotocamera è un iPhone 17 Pro… beh, un piccolo aiutino lo dà.