Soft skill fondamentali per lavorare nel tech e superare i colloqui HR

Recensione del MacBook Air M4: pro e contro spiegati in modo semplice. Batteria, prestazioni e motivi per cui potrebbe valere la pena comprarlo.

HEAD HUNTING

Alessandro Astolfi

8/28/20253 min read

Perché il codice da solo non basta

Hai studiato, hai fatto corsi, hai scritto centinaia di righe di codice. Pensi: “Beh, sono pronto, che altro serve?”.
Ho una brutta notizia per te: al colloquio HR non ti chiederanno di implementare un algoritmo di ordinamento. Ti chiederanno chi sei, come lavori con gli altri e come reagisci quando le cose non vanno come previsto. Ulteriore brutta notizia: il colloquio HR lo dovrai fare per forza, non si scappa.

Molti candidati fortissimi sul lato tecnico falliscono proprio qui. Perché? Perché non hanno lavorato sulle soft skill, quelle competenze trasversali che fanno capire a un’azienda se sei davvero una persona con cui si può collaborare.

Vediamo insieme quali sono.

1. Comunicazione chiara

Non basta scrivere codice che funziona: devi anche saper raccontare cosa stai facendo. Se spieghi una funzione al tuo capo come se fosse un seminario al Politecnico, rischi di perderlo dopo la seconda frase.

La comunicazione chiara è saper tradurre concetti complessi in parole semplici. Non significa banalizzare, ma adattare il linguaggio alla persona che hai davanti. Un HR non è un ingegnere informatico, e spesso nemmeno il product manager lo è.

Tip pratico: scegli un argomento tecnico che conosci bene (es. cosa fa un API) e prova a spiegarlo in 3 versioni:

  • a un amico che non lavora nel settore,

  • a un collega tecnico,

  • a tua nonna.

Se riesci a far capire la stessa cosa a tutti e tre, hai vinto.

2. Lavoro di squadra

Il mito del programmatore solitario che lavora di notte e salva il mondo non funziona nella realtà. Nelle aziende tech si lavora in team: ci sono sprint, daily meeting, repository condivisi, pull request da commentare.

Se non sai collaborare, ascoltare feedback e rispettare i tempi degli altri, diventi un ostacolo più che una risorsa.
Ricorda: il codice non è mai solo tuo, è del team.

Tip pratico: quando prepari un colloquio, pensa a due o tre episodi in cui hai lavorato in gruppo (università, hackathon, progetti freelance) e raccontali sottolineando il tuo ruolo nella collaborazione, non solo nel risultato tecnico.

3. Problem solving

Gli errori sono inevitabili. L’azienda non cerca il programmatore che non sbaglia mai, ma quello che sa come affrontare gli imprevisti senza crollare.

Un bug in produzione, una deadline improvvisa, un tool che smette di funzionare: la differenza la fa il tuo approccio. Ti blocchi? Ti lamenti? O cerchi soluzioni possibili senza farti prendere dal panico?

Tip pratico: allenati a risolvere problemi con più di una strategia. Per esempio, se hai un esercizio di programmazione, non fermarti alla prima soluzione che funziona: prova a pensarne una alternativa, anche meno elegante. Questo ti allena ad avere flessibilità mentale, che è proprio quello che vogliono vedere in un colloquio.

4. Adattabilità

Il settore tech cambia alla velocità della luce. Quello che oggi è “lo standard” domani diventa obsoleto. Se dimostri di essere rigido, di non voler imparare cose nuove o di avere paura del cambiamento, rischi di tagliarti fuori da solo.

Le aziende vogliono persone che sappiano aggiornarsi velocemente e non abbiano paura di rimettersi a studiare. Non serve sapere tutto, serve dimostrare curiosità e apertura.

Tip pratico: durante un colloquio, cita un episodio in cui hai imparato un nuovo linguaggio, framework o tool in poco tempo e sei riuscito a usarlo in un progetto reale. È una delle risposte più apprezzate dagli HR.

5. Gestione dello stress

Scadenze, clienti che cambiano idea all’ultimo, bug che saltano fuori a mezzanotte… succede. E succederà ancora.

La gestione dello stress non significa essere impassibili come un robot, ma saper affrontare situazioni difficili mantenendo lucidità. Per un HR è una delle soft skill più importanti, perché un programmatore che va nel panico al primo intoppo non è affidabile.

Tip pratico: preparati a raccontare un momento in cui hai dovuto gestire pressione o imprevisti. Non serve che sia un progetto enorme: anche un esame universitario o una consegna last minute possono diventare esempi validi, se raccontati bene.

Conclusione: tecnica + soft skill = assunzione

Le competenze tecniche ti portano al colloquio, ma sono le soft skill che convincono l’HR a dirti “sei la persona giusta per noi”.
Non trascurarle, perché possono fare davvero la differenza. Preparati anche su questo lato e scoprirai che a volte basta un esempio pratico, detto al momento giusto, per spiccare rispetto agli altri candidati. Ah ovviamente, fatti furbo/a, ora che sai quali sono le competenze trasversali ricercate. Ci siamo capiti, io non ti ho detto niente.