Vibe Coding: il futuro della programmazione tra logica e intuizione

Il vibe coding è la nuova idea che unisce codice, creatività e intuizione. Scopri perché sempre più sviluppatori ne parlano e cosa potrebbe cambiare nel modo di programmare.

TECH PILLS

Alessandro Astolfi

10/7/20253 min read

silver MacBook Air
silver MacBook Air

Vibe Coding: il futuro della programmazione tra logica e intuizione

Il mondo della programmazione sta cambiando. Per anni è stato dominato da regole, logica e sintassi: scrivere codice significava capire la macchina e parlare la sua lingua. Oggi, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, la relazione tra persone e codice si sta trasformando. E da questa trasformazione nasce un nuovo concetto: il vibe coding.

Cos’è il vibe coding

Il vibe coding non è un nuovo linguaggio o un framework, ma un modo diverso di vedere la programmazione. L’idea è semplice: il codice non è solo logica, ma anche sensazione. Non conta soltanto cosa scrivi, ma come lo scrivi — il ritmo, la chiarezza, l’intenzione dietro ogni scelta. In pratica, il vibe coding è l’idea che il programmatore non “comandi” la macchina, ma dialoghi con lei. Non scrive codice per far funzionare qualcosa, ma per creare un flusso tra pensiero umano e risposta artificiale.

Da dove nasce

Il vibe coding nasce nel momento in cui l’intelligenza artificiale ha iniziato a scrivere codice. Oggi un tool come Copilot o ChatGPT può generare una funzione in pochi secondi. Questo cambia completamente il ruolo del programmatore: non serve più sapere tutto a memoria, serve saper comunicare bene l’intento. In un certo senso, il programmatore diventa più simile a un direttore d’orchestra: non suona ogni nota, ma decide che musica vuole sentire. E l’AI suona con lui. Il vibe coding è proprio questo: imparare a dare istruzioni chiare, fluide, “in sintonia” con la macchina.

L’importanza dell’interazione continua con l’AI

Uno degli aspetti fondamentali del vibe coding è la collaborazione costante tra umano e intelligenza artificiale. Generare un blocco di codice e incollarlo non basta. Il valore nasce dal dialogo, dal processo di revisione, correzione e adattamento che avviene insieme all’AI. Ogni output è solo un punto di partenza: serve l’occhio umano per comprenderne le sfumature, ottimizzarlo e guidarlo nella direzione giusta. È questo scambio continuo che trasforma l’AI da semplice strumento a vero partner creativo.

Perché potrebbe essere il futuro

Perché è il passo successivo naturale. Stiamo andando verso un mondo dove si scriverà sempre meno codice e si penserà sempre di più al risultato. L’intelligenza artificiale diventa parte del team, e il valore umano sarà nel saperle trasmettere un’idea nel modo più preciso e creativo possibile. In altre parole, il vibe coding non riguarda la tecnica, ma la connessione. Chi saprà “vibrare” meglio con la tecnologia — cioè capirla, anticiparla, guidarla — sarà lo sviluppatore del futuro.

I rischi del vibe coding

Ovviamente, ci sono dei rischi. Il principale è la superficialità: pensare che basti avere una “buona energia” o scrivere due prompt ben messi per creare software di qualità. Il vibe coding non è magia: il codice rimane logica, struttura, disciplina. Il punto è trovare equilibrio: usare l’intuizione per creare, ma il metodo per costruire. Troppa “vibe” senza controllo porta caos. Troppa rigidità, e si perde la creatività. Il vero programmatore del futuro saprà unire entrambi.

Programmare come esperienza

Il vibe coding mostra quanto la programmazione stia diventando più umana. Non è solo una questione di codice che funziona, ma di esperienza: come ci si sente a crearlo, quanto è fluido il processo, quanto “vibra” l’interazione con la macchina. Scrivere codice in futuro sarà sempre più simile a suonare musica o dipingere: un mix di tecnica e intuizione, di regole e libertà.

In sintesi

Il vibe coding è una nuova filosofia della programmazione che unisce la logica della macchina, l’intuito umano e la connessione tra i due. Non è una moda passeggera: è il segno che il modo di programmare sta cambiando. Meno codice da scrivere, più idee da comunicare.

Conclusione

Il vibe coding ricorda a tutti che il codice è solo uno strumento. La vera forza resta nelle persone che lo scrivono — nella loro capacità di pensare, percepire e creare in sintonia con la tecnologia. E forse, nel futuro della programmazione, la skill più importante non sarà conoscere tutti i linguaggi… ma saper “sentire” il codice.